Cdp rilancia il credito alle pmi italiane: la Piattaforma Imprese riparte con un plafond da 14 miliardi


In un momento in cui l’accesso al credito resta una delle spine dell’economia reale, Cassa Depositi e Prestiti rafforza il proprio ruolo di volano del sistema produttivo. La Cassa porta infatti a 14 miliardi di euro la dotazione della Piattaforma Imprese, il canale attraverso cui finanzia le banche affinché eroghino nuovi prestiti a piccole e medie imprese e mid-cap.

È quanto anticipa a MF-Milano Finanza Livio Schmid, responsabile Istituzioni Finanziarie del gruppo guidato da Dario Scannapieco: «Si tratta del nostro prodotto più tradizionale, ma anche più importante per il supporto indiretto all’economia».

Come funziona il Plafond

La Piattaforma, attiva dal 2014 e gestita in convenzione con l’Abi, conta oggi 67 banche aderenti e ha già canalizzato oltre 10,8 miliardi di euro di finanziamenti verso circa 15 mila pmi e 1.200 mid-cap. Il meccanismo è semplice: Cdp fornisce un plafond a medio-lungo termine che le banche devono erogare alle imprese entro la fine del semestre di riferimento, pena la restituzione delle somme. A tutela della provvista, i crediti originati vengono ceduti a Cdp in garanzia.

«In questo modo possiamo verificare che le risorse vengano effettivamente impiegate per nuovo credito», spiega Schmid. È una formula che consente alla Cassa di mantenere il controllo sull’utilizzo dei fondi, senza interferire nel rapporto tra banca e impresa, garantendo un impiego tracciabile e misurabile della liquidità.

Le novità dell’addendum operativo

Con l’addendum operativo in vigore da ottobre 2025, Cdp introduce nuove durate — 18 mesi e 2 anni, accanto a quelle di medio-lungo termine fino a 18 anni — e un preammortamento “Fast”, pensato per allineare meglio i flussi di rimborso a quelli dei finanziamenti bancari. «Abbiamo voluto rendere lo strumento più flessibile, soprattutto per coprire le esigenze di capitale circolante, il cui finanziamento negli ultimi anni ha mostrato un significativo rallentamento», sottolinea Schmid.

Tra le altre modifiche, la possibilità per le banche di utilizzare la provvista Cdp per finanziamenti in pool (purché interni allo stesso gruppo), e l’aumento del limite massimo di esposizione: gli istituti più attivi potranno arrivare fino al 40% dei fondi propri, contro il precedente 30%, attraverso un pegno su titoli di Stato.

Cdp riconosce inoltre condizioni migliorative per i prestiti garantiti da strumenti pubblici – come il Fondo Pmi o Sace – con uno sconto di circa 30 punti base sul pricing standard. «È un modo per valorizzare le sinergie tra garanzie pubbliche e provvista della Cassa, con un beneficio che ci aspettiamo venga trasferito alle imprese», spiega ancora Schmid.

Un canale complementare al sistema bancario

La logica, comunque, resta quella della complementarità con il sistema bancario. «Non vogliamo spiazzare il mercato, ma offrire una provvista stabile e vincolata, utile anche alle banche locali. Se il credito non viene erogato, la provvista torna indietro: è un meccanismo di servizio per sostenere i processi di crescita delle imprese, che fa leva sulla collaborazione con le reti bancarie», precisa il manager.

Negli anni la Piattaforma si è posizionata come strumento aperto e flessibile per convogliare nuove risorse verso l’economia reale, in particolare nei momenti di tensione sul mercato del credito. Con la nuova dotazione e regole che ne facilitano ulteriormente l’utilizzo, la Piattaforma Imprese punta a confermarsi come prodotto di sistema per Cdp e come uno dei principali canali di trasmissione della liquidità verso il tessuto produttivo italiano. (riproduzione riservata)



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